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Er còre in subbaffitto

Mio padre era un toscano eccentrico. Arrivato a Roma per
lavoro ( faceva il macchinista delle Ferrovie dello Stao)
si innamorò del dialetto romanesco e lo imparò
tanto bene che, negli anni 30, il Rugantino, lo storico
foglio in dialetto romanesco, pubblicò moltissime sue poesie.
Ve ne propongo una: "Er còre in subbaffitto"


Er còre tuo, Niné, è 'n appartamento
indò ce metti chi te va più a ciccio.
Affitti, sfitti e sfratti e a'gni capriccio
cambi inquilino e cambi sentimento.

Adesso ce sto io ma già me sento
che co' st'amore mio te sò d'impiccio.
Me ne sò accorto, Nì, quanno te smiccio
te leggo drento l'occhi er tradimento.

Nun m'hai sfrattato ancora, ma ner còre
ciai la speranza de rifà er contratto
pe damme un cantoncello ar curidore.

Eh, no, Ninetta mia! Sò un pòro guitto
ma preferisco sopportà 'no sfratto
piuttosto che restacce a subaffitto.

Leoniero Bagnoli

Nota: Te smiccio= ti guardo di sottecchi
Curidore= corridoio

 

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4 commenti:

  • Franca Maria Bagnoli il 26/09/2006 23:59
    Grazie, nipotino. Un bacio. Franca.
  • Adriano Di Carlo il 26/09/2006 23:55
    come promesso ho letto questa poesia. a cui vedo, sei anche molto affezionata. non ho potuto fare a meno di mettere dieci, anche se dover giudicare una poesia con dei voti mi sembra ridicolo. normalmente le poesie più intense sono quelle tristi, perchè di tristezze ce ne sono tante e se sono ben descritte possono colpire. ma è davvero difficile colpire con un 'ironia così leggera, dove la musicalità è il minimo sintomo di perfezione. sto dicendo che di belle parole ce ne son tante, ma imprimere così tanto se stessi in una poesia è davvero difficile. tanto più se si mischiano con tanta audacia sentimenti e parti di sè. molto carino il modo in cui ha trattato l'amore. mi immagino l'espressione sua mentre la scriveva. molto bella, sarebbe superfluo aggiungere altro. ciao(vado a letto).
    p. s. perchè nn la metti a poesia dialettale?
  • Franca Maria Bagnoli il 03/09/2006 02:03
    Nisuno t'ha commentato, Papà. E mò ce penzo io. Una bellissima miscela di ironia, amore e, soprattutto, dignità.
    Ma quarcuno l' ha sentita la musica de sto sonetto? Papà,
    quarcuno nun l' ha letta,
    quarcuno è sordo. Ciao.
    Ventolina
    te lo ricordi che me chiamavi così per le orecchie a sventola? Te possino!!!

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