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La partita della tua vita

Sei lì
fermo
davanti alla tua porta
pronto alla difesa.
Un attacco improvvisato
tanto forte quanto inatteso
scritto lì su quelle carte
nero su bianco
comparso in poco tempo
come un fungo velenoso.
Davanti a te solo lui
non ci sono arbitri
né altri giocatori
sugli spalti una folla di spettatori

tutto il tifo è dalla tua parte

non ci saranno assist per te
e il contropiede sarà letale
ecco il fischio
il calcio d'inizio
di una partita a due
che questa volta si concluderà
con la vittoria del più forte
e non del migliore.

"E allora tira!"
Pensi con livore
"sono pronto a parare
questo calcio di rigore".

 

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 14/01/2014 04:11
    apprezzata, complimenti.

14 commenti:

  • Anonimo il 02/05/2011 00:21
    I referti medici spuntano come i funghi, è verissimo... modificano la nostra esistenza in un batter d'occhio...
  • Anonimo il 20/07/2010 10:58
    Apprezzo lo scritto e capisco ilfoglio che da bianco diventa nero, grinta e determinazione si può vincere con la voglia di starci!!!
  • Anonimo il 23/04/2010 20:55
    Una poesia delicata, che colpisce.
  • Anonimo il 08/04/2010 00:29
    Che sia un grido di speranza. Bella e triste poesia. Brava.
  • Anonimo il 02/04/2010 00:13
    Bellissima poesia.
    Molto profonda che il protagonista aldilà del calcio di rigore ha già vinto la sua partita.
    Bravo
  • Anonimo il 01/04/2010 12:11
    Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare! Spero che il portiere sia un duro...
  • denny red. il 01/04/2010 00:36
  • francesca cuccia il 31/03/2010 21:13
    La tristezza e tanto accompagnata dal dolore, auguro di cuore che vinca e segni il gol della vita.
    Un caro saluto Barbara...
  • Regina Ghiglietti il 31/03/2010 20:37
    glielo auguro di cuore cara Barbara...
    le mie preghiere sono con lui/lei...
  • Barbara Scarinci il 31/03/2010 19:35
    Grazie per la vostra lettura.
    Regina grazie per il tuo commento e per la tue interpretazioni, che potrebbero caderci bene ma l'argomento è un altro... un po' triste se vuoi... ma con un finale tutto da decidere, l'uomo contro una malattia arrivata all'improvviso, appresa con incredulità dalle analisi, il male l'unico altro giocatore, gli spettatori le persone che si hanno vicino in quei momenti, e speriamo che con il suo letale contropiede la malattia non segni quel rigore!!!
  • loretta margherita citarei il 31/03/2010 16:20
    piaciuta
  • laura marchetti il 31/03/2010 14:04
    ... ci stiamo avvicinando ai Mondiali 2010... GOAL!!!
  • Anonimo il 31/03/2010 12:59
    Veramente intensa, hai reso magnificamente un partita, che lascia aperte tante considerazioni soggettive, che nella vita siamo tutti chiamati a giocare!
  • Regina Ghiglietti il 31/03/2010 12:02
    Cara Barbara a questa poesia gli do due interpretazioni magari errate magari no
    La prima: una partita contro se stessi, dove non ci sono albitri, perché come potrebbero esserci, e le persone assiepate sugli splati sono tutte le parole di conforto che da solo ti dici, per riuscire, per non sbagliare quel maledetto rigore, quella maledetta ultima occasione.
    La seconda: una partita contro l'amore che prepotente è arrivato a un punto morto, mi spiego un punto in cui non si va più da nessuna parte e ognuna delle due parti pretende la ragione, e quindi il rigore può essere inteso come la parola fine e dipende da chi lo segna...
    Nel suo insieme la poesia è gradevole anche se preferisco l'altra che hai postato oggi..
    Ad ogni modo l'analogia con la partita di calcio è azzeccata... mi garba tanto.
    Buona giornata, mi scuso per il commento un po' lungo.

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