Quasi provenisse da un lontano passato,
il rintocco della mezzanotte si espande nell'aria,
le campane del Duomo di Modena sono discrete.
Un piccione, incurante del suono divino,
fugge impaurito.
La tua mano stringe la mia,
in questa magica sera le vie del centro ci danno del tu.
Che bella questa città a mezzanotte, che bella sei tu,
che bello essere qui soli, nemmeno un passante,
solo i nostri passi indugiano in Piazza Grande.
Intorno a noi le anime del passato ci osservano,
mimetizzandosi tra le sculture del Wiligelmo,
visi curiosi ci scrutano dalle loggette,
ormai ci conoscono e ci proteggono.
Tra i tavolini deserti dei bar
risuonano ancora echi di allegre risate
e il ruggito dei due leoni stilifori ci chiama.
Seduti al loro fianco siamo i signori della città,
non una parola inquina il silenzio,
una bicicletta riposa legata ad una insegna,
i fari di un'auto sono un fulmine alieno,
andiamo per via del mercato Albinelli,
custode dei genuini valori della nostra cultura,
dei fiori e dei banchi di frutta percepisco i profumi,
la <fanciulla fontana> col suo cesto è lì al centro
aspettando paziente la vicina mattina.
La saluti e io le soffio un mio bacio,
ti abbraccio più stretto che posso,
su andiamo.