Vitrei riflessi,
trasparivan dagli occhi rugosi,
solchi stanchi, riconducevan,
ai tristi rientri,
fatalmente compromessi
dagli oscuri segreti.
Guardo le cicatrici
e i seni marmorei
irrigiditi dal dolore.
Chi sei tu donna?
Non ti riconosco.
Trastullo dell'elmo desideroso.
L'urlo dell'odio per infame oltraggio
non ha più voce,
ma in silenzio
respiro ancora
e come gambo di spine
di rosa recisa
annego
nelle mie stesse lacrime.