Nascono come timidi fiori
o impetuosi uragani,
nello sfiorarsi d'una mano,
in uno sguardo intenso
che si perde
alla deriva della coscienza.
Nascono come fili d'erba
o tralci d'edera
avviluppati su antichi cancelli,
in un bacio
che come boccio di rosa
si schiude vibrante alla vita.
Mutano come le stagioni
attraversate dalle intemperie
del quotidiano annaspare,
in un dolore di troppo,
nel bagliore d'una tentazione
o nell'insolenza della noia.
Muoiono nel loro letto di spine,
ancora caldo,
in un abbraccio serrato
che soffoca,
o rinascono ancora
alla luce del nuovo giorno
come alba
che non conosce tramonto.