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Rarefatti battiti

Frenetico,
alzo la testa dal cuscino
macigno pesantissimo
ultimo fardello
che sale scende
sale e scende
automobili, treni e aerei
campo vitale così ristretto.
Ascensori lunatici
che si fermano quando pare
meno opportuno
il momento,
sentenzio la rabbia
la prendo a piccole dosi,
gocce di valium
per addormentarsi
ma non sono del bosco,
e non ho così tanti bei aggettivi.
Istantanee ed ingranaggi
scricchiolano e illuminano
tutto.
In un attimo,
lentamente,
soave scrittura
che cigola sulla tastiera
non è più tempo di macchine
per il lettore
solo tempo per non averne più
di lettori.
Poco esce fuori
ma non si butta la benzina
su un fuoco che non c'è,
e non si corre senza l'auto.
Ma a volte sale, anche senza la dea
senza l'irrigidita ispiratrice
che tu fa puzzare ogni cosa
allo stremo, tranne che le parole.
Forse è l'ultima,
o ci sarà ancora voglia.
Io non sforzo,
quello che deve capitare,
capiterà.

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 21/12/2013 18:46
    io la definirei noiosa e basta
  • gian paolo toschi il 29/04/2010 15:37
    Non si commenta facilmente un lavoro come il tuo. Che dire? Allucinata, disperata, onirica. Il nickname che ti sei scelto dice già tutto. Vi sono molti spunti di meditazione.
    Di tutto si può dire fuorché banale.

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