Quando vedrai un cielo privo di stelle
e udrai cantare il cigno selvatico,
mentre basso vola sull'acqua ferma
di uno stagno salmastro irto di giunchi,
ricercherai il perché dello sgomento
che coglie come un brivido di febbre
e t'impaura di un presentimento.
Andrai alla casa vuota di presenze:
ci sarà una risma di fogli bianchi,
sotto una mela rossa da sbucciare
due versi improvvisati, senza rima.
Correrai alla finestra per scrutare
l'ultimo raggio di un sole che muore
e lontano vedrai per un istante
il greve volo di un'anima inquieta.