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Il cigno selvatico

Quando vedrai un cielo privo di stelle
e udrai cantare il cigno selvatico,
mentre basso vola sull'acqua ferma
di uno stagno salmastro irto di giunchi,
ricercherai il perché dello sgomento
che coglie come un brivido di febbre
e t'impaura di un presentimento.
Andrai alla casa vuota di presenze:
ci sarà una risma di fogli bianchi,
sotto una mela rossa da sbucciare
due versi improvvisati, senza rima.
Correrai alla finestra per scrutare
l'ultimo raggio di un sole che muore
e lontano vedrai per un istante
il greve volo di un'anima inquieta.

 

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7 commenti:

  • Maria Rosa Cugudda il 02/05/2010 22:39
    Stupenda, riccca di emozioni, che si trasmettono meravigliosamente!
  • nicoletta spina il 01/05/2010 23:12
    Ho sentito il canto di quel cigno...
    ho scrutato l'ultimo raggio
    e immaginato quel volo.
    Belle parole di dolce mestizia della'anima inquieta.
  • Alda Visconti Tosco il 01/05/2010 21:41
    bella, una metafora della vita, scritta in poche righe che sono anche forti emozioni.
  • laura marchetti il 01/05/2010 19:45
    molto bella e piena di fascino...
  • B. S. il 01/05/2010 17:50
    È semplicemente Magnifica!
    È il mistero inesprimibile
    dell'anima che tu hai saputo
    descrivere con grazia.
    Ti abbraccio Paolo.
  • loretta margherita citarei il 01/05/2010 15:32
    fantastica
  • Anonimo il 01/05/2010 11:03
    Accendo 5 stelline perchè questa tua opera oltre che essermi piaciuta, mi ha colpito ma non saprei spiegartene il perchè; è come un prevedere il futuro, come se già tutto fosse preordinato, non lasciato al caso è come staccarsi dal proprio corpo e guardarlo da un angolo diverso.

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