Entrare,
in punta di piedi,
come dentro un sogno che ci attira
ma ci spaventa,
aggirarci dentro un labirinto,
di cui non conosciamo l'uscita.
Piano, per timore
di disturbare il sonno
che respira nel silenzio
di un ricordo.
Affidato, alla voce del tempo,
vento che sussurra smarrito,
tra i colori dei fiori
già morti, appassiti, dimenticati.
Fotografie, fogli di vita
come foglie staccate dai rami,
scolorite dal tempo e dal sole.
Involucri, di vita dismessa,
vestita di un silenzio incomprensibile,
che parla tante lingue,
che la ragione non sfiorerà mai.
Ma è qui che la speranza ritorna,
rassegnata, a sussurrare una lacrima
ed una preghiera.
Fra una lama di luce
ed un'ombra sul marmo,
il gorgheggiare leggero
di un usignolo, inconsapevole
nota di colore, nel rosso della sera...
Il vento sta muovendo una foto,
un quadro in bianco e nero,
una donna di ieri,
il mio è il suo battito,
i miei, i suoi pensieri.
In punta di piedi,
mi allontano
per non svegliare il silenzio,
padrone di casa,
che inevitabilmente
ospiterà tutti.