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Non sono ciarliero a raccontar di voi che rendeste nuda la luce

Ombre che del cuor mio non v'escludo
pertuglio di delusioni acclamate, e
sequela di recondita disperazione
ho imparato ad amarvi
né mi rammarica più l'indizio di luce
che in un tempo remoto occultaste
ed io divenni Dedalo
architetto delle ombre nei labirinti
delle favole mie, con orchi e lupi
con luci tinte di eterne attese
e cento solitudini a far guardia
Sconsiderato e bizzarro
il mio e vostro destino
che seppe soltanto
tinteggiar nero l'illusione d'essere luce

 

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2 commenti:

  • Ugo Mastrogiovanni il 26/04/2011 20:25
    Elio Ria apre e disarticola i suoi versi sino a farli divenire un monologo: dialogo e analisi con al centro se stesso. Gradevolissima quindi la scena e la sua parabola poetica.
  • loretta margherita citarei il 09/05/2010 05:57
    bello il paragone con dedalo

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