Era azzurra e trasparente
l'aria dai pensieri,
quando arrampicarsi come scoiattoli
era facile, come un gioco.
Gote rosse, come ciliegie
che eran lì, rosse e invitanti,
pronte ad essere prese, strappate con le mani.
Di nascosto, dal padrone dell'albero
il sapore era ancora più intenso.
Forse, il primo peccato...
Ma quelle più belle erano tutte lassù,
quasi in mezzo al cielo, irraggiungibili.
Si muovevano al vento a sfidarci,
impossibili, troppo in alto.
Il ramo non conduceva fino al loro cammino
era sottile e poteva spezzarsi.
Le colpivamo con i sassi,
e quando le raggiungevamo
cadevano a terra, come cuori trafitti
sanguinavano e si sporcavano,
come angeli caduti nel volo.
Mentre i merli, incuranti del nostro chiasso
e dello spaventapasseri,
strappavano agilmente in volo,
quei cuori succosi,
trafitti dal becco.
Le ali... le ho sempre sognate
ma la fantasia non va lontano...
L'uomo ha l'intelletto, ma ali artificiali
che non possono catturare le stelle
quelle sono solo degli angeli...
forse lo farà, ma a caro prezzo...
Occhieggiano invitanti le ciliegie dal banco,
ma non le comprerò
oggi costano troppo...