Della cicala,
dell'estate fervida innamorata,
l'uom non ha stima e considerazione,
alla gaiezza ed al facile vivere,
sempre vien associata.
Il suo stridor sfrenato,
nella calura estiva
è un disturbo
al riposo meritato.
Pochi rammentano
il mito antico,
triste storia di amore
e di passione,
tra la vergine Eos
ed il bel Titone.
Vide, un dì, la dea,
intenta a guidar
carro alato,
il principe troiano,
perdutamente se
ne innamorò,
con preci
il padre Giove implorò,
per aver benedetta
con lui l'unione.
Poichè render eterno
voleva quell'amore,
chiese, la dea, per Tione
l'immortalità,
ma dimentica fu
di chieder anche,
l'eterna gioventù.
Lo scorre del tempo
rivelò doloroso fato,
lei giovane e bella,
lui invecchiato,
dolorante e muto,
dell' Amor
perse memoria.
Pur nutrito
da nettare ed ambrosia,
più lo ama la sua sposa.
In solitaria cella
rinchiuso,
il corpo
sempre più assottigliato,
per divina pietà
in cicala fu mutato.