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Sparsi timori

Siete mostri

mostri vuoti
che camminano
lungo le vie
del mondo
e ingannano
qualsiasi essere
gli si piazzi di fronte

Siete vuoti
vuoti dentro
come i barattoli
di vetro

Non avete sostanza
né possedete anima

V'è morta l'anima
non si sà come

Siete malsani
fradici
corrotti
rivali

L'idea del mondo
che avete
è uguale a quella
di tutti gli ottusi
che proprio ideale
non san farsi

Accecati dalla luce
delle cornici vuote
e per voi piene

Rapiti
dal falso

Credete al bianco
ma non sapete
ch'è nero

Iracondi
e
ingannati

Oh!
Sciocco mondo mortale!
Sveglia
e fai aprir bene gl'occhi
a chi
ancora capito non ha
ch'è chiuso in gabbia

 

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0 recensioni:

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13 commenti:

  • Federica. il 05/06/2010 00:30
    Ringrazio davvero tanto!^^
  • Anonimo il 04/06/2010 23:03
    molto bella questa poesia. piaciuta tantissimo
    brava
  • Federica. il 04/06/2010 21:45
    Giacomo, la rileggerò con attenzione! Ti ringrazio ancora! E grazie a tutti!
  • Vincenzo Capitanucci il 04/06/2010 21:15
    Perfetta... Federica... Tutti rapiti dal falso...
  • Anonimo il 04/06/2010 20:28
    Cara Federica... rileggendola direi proprio che il contenuto è lampante... ed ovviamente mi trova d'accordo. Ho apprezzato molto il contenuto etico sociale... e poi la poesia è ben strutturata... insomma mi è piaciuta. La mia(poesia) era una piccola cosa messa li in un cantuccio della memoria del computer... scritta in un momento nel quale avevo gridato la mia verità ai quattro venti e mi avevano preso per pazzo... se trovi il tempo leggi la poesia incriminata e capirai... Faber est suae quisque fortunae. Ciao e... buona serata.
  • loretta margherita citarei il 04/06/2010 20:21
    bella e dura riflessione
  • Federica. il 04/06/2010 17:12
    Caro Giacomo, ti ringrazio tanto per l'anteprima della tua splendida poesia, che annoterò subito sulla mia agenda per non perderla. Io scrivo ciò che sento ma son consapevole che sono di difficile comprensione. E spingo il lettore a vedere quel che vuole vedere, sempre o quasi. Ma comunque sì, illustra i timori, le paura.. di una società che società non è affatto. Quindi non hai inteso male!
    Ringrazio Karen per il commento! Mi fa sempre un sacco piacere vedere che c'è gente che bene o male apprezza ciò che scrivo.
    Ringrazio anche te, Salvatore, per la piccola interpretazione. È proprio un energico invito, come dici tu, di questa realta che non può essere, e di questa libertà! Che è solo illusione. Riusciremo mai a capirlo a pieno?
    E infine ringrazio Tim per il commento, succederà.. spero. Ma i miei occhi di sedicenne, ancora, non riescono a vederlo. Anche se Gandhi diceva: "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".
  • Tim Adrian Reed il 04/06/2010 16:03
    Anche i miei occhi vedono una società di morti che camminano. Se solo si abbandonassero tutte le convenzioni... ma non succederà mai.
  • Anonimo il 04/06/2010 15:29
    Una grande denuncia, in bello stile, della mancanza dei valori essenziali, della confusione che regna, del relativismo assoluto delle coscienze, dell'esaltazione del nulla, dell'ostentazione del non essere, dell'essenzializzazione del futile... con un energico invito alla presa di coscienza collettiva di questa realtà, che realtà no è, di questa libertà, che libertà non è.
  • karen tognini il 04/06/2010 15:24
    Pardon... manca una I... a Società...

    Di nuovo.. Brava...
  • karen tognini il 04/06/2010 15:23
    ... Pardon...*La società*...
  • karen tognini il 04/06/2010 15:20
    Meravigliosa.. poesia... la socetà..è un bianco e nero... ma sta a noi prendere la tavolozza, intingere il pennello.. e colorare... di vivaci colori i nostri sogni...

    ciao.. k
  • Anonimo il 04/06/2010 14:35
    di difficile interpretazione ha il pregio di obbligare il lettore a riflettere. Se la poesia illustra i timori che ovunque sono sparsi sul nostro cammino allora in me sfonda una porta aperta e dirò anche che io ho trovato il modo di combatterli, questi timori. In anteprima ti decico una piccola poesia che si può riallacciare a questa tua...

    Ho preso la mia paura


    Ho preso la mia paura
    per mano
    e l'ho spinta nel pozzo del mio orgoglio.

    Poi ho fatto cose e detto cose
    e mi hanno gridato
    pazzo... lo chiami coraggio?

    Ho preso la mia paura per mano
    vieni al pozzo ora mi conosci
    ora mi conosci... le ho detto.

    Adesso mi sento un uomo
    la mia paura è laggiù
    in fondo al pozzo.

    Se ho inteso male perdonami... tutto è possibile! Ciao.