gli alberi stagionali sono spogli e paiono rinsecchiti al cielo
come le foglie a terra negli angoli dal vento sospinte
senza più colore rastrellate e portate via con il furgone
il silenzio dimesso nei viali del parco con meno frequentatori
ora che l'inverno è prossimo ad arrivare
sembra una orchestra che si scompone lasciando vuote le sedie
vuoti i leggii senza strumenti al tempo
nell'aereo dell'auditorium nessun suono
sembra la festa del circo che tanto fa sognare i più piccoli
sbaraccando la pista dopo aver riposto gli animali in gabbia
tolti i lustrini e le insegne il cantiere in smobilitamento
la carovana si organizzerà rimettendosi in colonna per un'altra meta
nello sterrato di periferia il vuoto in assenza di magia
bisognerà attendere un anno per vedere in cielo le gemme nuove
i fiori e tutti i colori dell'umano paradiso
l'autunno variopinto che i colori mescolando muta i toni di luce
dell'asfalto pedonale fortunato dei parchi in assembramento
figure astratte sospese e in terra disegnate
ogni anno rinnova il coro a far felice la nostra convivenza
gli animali insieme dislocati su questa terra di comune abitazione
suoni e melodie nell'aerea nostra visione
finché un giorno si arresta il suo e il nostro movimento
spogli per sempre i rami rinsecchiti in cielo
vuote le mani che più non hanno frutti di lavoro
né protese per un abbraccio d'amore in dono
finisce il nostro e il suo tempo di percorso
nello sterrato di periferia il vuoto in assenza di magia