Pellegrino
cercapersone
s'illumina e vibra
nel ventre della notte
Il legno d'un relitto in superficie
l'isola che lo intravede appena
andare avanti e indietro
al disinnesco
un organo indipendente
infarta nel fondersi
col suo simile
I miei fiori sono bianchi
come bianco è il mio silenzio nel marmo
come bianche sono le lacrime della montagna
madre di cristalli disambigui
e perfetti
Ed ancora
volta celeste
guardarti dritta nel pensiero
siderale
scovare qualche attimo di guerra
tra questa pace d'insetti e foglie
scorgere tra i fitti capelli delle stelle
il suo respiro calmo nel sonno
Ed ogni tanto
impercettibilmente
morire ancora
per quel nome
sordo.