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Meriggio

L'estate era al suo meriggio,
e la notte al suo colmo;
e ogni stella, nella sua propria orbita,
brillava pallida, pur nella luce
della luna, che più lucente e più fredda,
dominava tra gli schiavi pianeti,
nei cieli signora assoluta -
e, col suo raggio, sulle onde.
Per un poco io fissai
il suo freddo sorriso;
oh, troppo freddo - troppo freddo per me!
Passò, come un sudario,
una nuvola lanugiosa,
e io allora mi volsi a te
orgogliosa stella della sera,
alla tua remota fiamma,
più caro avendo il tuo raggio;
giacchè più mi allieta
l'orgogliosa parte
che in cielo svolgi a notte,
e di più io ammiro
il tuo fuoco distante
che non quella fredda, consueta luce.

 

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7 commenti:

  • Anonimo il 21/01/2009 21:58
  • sara rota il 21/05/2007 17:13
    Bella, anche se pure io la vedo più come racconto.
  • ELENA MACULA il 12/05/2007 11:48
    bella mi piace molto il fatto che hai considerato la luna che un gioro molto lontano fu gelosa della bellezza di giulietta comeuna fredda ma allo stesso tempo piena di luce cm la regina dello spazio complimenti bella!!!
  • Teodoro De Cesare il 26/03/2007 12:26
    concordo vedi sopra
  • Riccardo Brumana il 01/03/2007 23:39
    un racconto bello e particolare, ma le poesie a mio avviso dovrebbero avere rime a deliziare il suono di chi le legge e una ritmica che renda disinvolte. non è semplice lo so, soprattutto con trame così lunghe. a rileggerci ian.

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