Aspettano da giorni,
piegate, rassegnate,
si inchinano alla luce
di una nuova alba,
alla sacra quiete della collina
scrutando lontano,
la città che apre le palpebre,
la rugiada, diventare azzurra,
la brezza leggera che ondeggia
le chiome degli alberi,
il canto della vita,
così bella e meravigliosa.
E ti rivedo in quel letto,
quando per te le albe
stavano per finire,
e mi si stringeva il cuore
pensando che quella falce
ci disperde nel vento,
fra copiose lacrime di pioggia
ed in mezzo all'arsura
dell'indifferenza.
Come spighe di grano,
che rassegnate aspettano,
e guardano lontano.