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Ti regalo un giorno diverso

La maggior parte della vita,
è solo un susseguirsi monotono di giorni uguali,
privi di sapore; la quotidianità uccide le emozioni,
ma rende tutto più sicuro e semplice...

almeno fino al giorno in cui,
si presenterà, senza avvertire,
qualcosa che non si può comprendere,
spezzando l'equilibrio di ogni pensiero,
travolgendo ogni momento,
rendendo prepotentemente,
ogni certezza, illogica...

La maggior parte delle volte,
è solo un compromesso illecito a volerci uguali,
privi di colore, nella volontà di chi preconfeziona
e vende emozioni, rendendo tutto più sicuro e semplice...

almeno fino al giorno in cui,
si presenterà, senza avvertire,
qualcosa che non si può comprendere,
spezzando l'equilibrio di ogni pensiero,
travolgendo ogni momento,
rendendo prepotentemente,
ogni certezza, illogica...

io voglio vivere così, senza certezze, senza regole,
libero in ciò che molti definiscono pazzia,
pieno di lividi, ma con ancora tanta voglia di volare,
con i piedi stanchi, ma con ancora tanta strada da camminare...

almeno fino al giorno in cui,
si presenterà senza avvertire,
chi non potrò comprendere,
spezzando l'equilibrio di ogni pensiero,
travolgendo ogni momento,
rendendo prepotentemente,
ogni certezza illogica...

 

l'autore Luigi Locatelli ha riportato queste note sull'opera

Nave aprile 2006


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6 commenti:

  • Luigi Locatelli il 28/06/2010 10:03
    breve storia su come è nata questa canzone:
    la canzone si intitola "ti regalo un giorno diverso"; per due anni ho preso l'autobus per andare a lavorare; per due anni ho osservato giorno per giorno le fermate regolari; le vite regolari; gli orari regolari e i discorsi regolari e la gestualità regolare di un mondo che interrompeva di rado la sua periodicità; per due anni ho guardato in silenzio "lei", "lei" con la sua musica; "lei" con i suoi silenzi; "lei" che dava un senso a quella monotonia... "lei" di cui ho conosciuto il nome solo per caso... "lei" che saliva sempre alla stessa fermata... "lei" che non ho più rivisto... a quella fermata io ho scritto questa canzone... nella presuzione di regalarle un giorno diverso...
    noi siamo liberi di scegliere se aspettare passivamente chiusi in un recinto o se partire alla scoperta del mondo... sono consapevole che il mondo è pieno (non solo gli ospedali) di persone che soffrono per i più svariati motivi, che piangono, che aspettano qualcosa o qualcuno... ma personalmente mi sentirei ignobile ad utilizzare questa sofferenza come alibi per sentirmi meglio oppure chiudere gli occhi e dire "normalissima selezione naturale"... io preferisco parlare, comprendere quel dolore ed infine regalare un giorno diverso a chi incontro e mi chiede aiuto, cercando di alimentare una speranza che lentamente viene uccisa dalla quotidianità qualunque essa sia... perchè se è vero che finchè c'è vita c'è speranza, è pur vero che finche c'è speranza, c'è vita... concludendo, il mio bicchiere non è ne mezzo pieno, ne mezzo vuoto: bevo direttamente a mani giunte dalla fonte...
  • Anonimo il 25/06/2010 23:52
    si legge ad ampio respiro... piace soprattutto per semplicità e contenuto... te lo auguro di cuore che venga quel giorno
  • Dolce Sorriso il 25/06/2010 21:59
    mi piace... essere duri no... bello il tuo profilo...
    bella poesia
  • Anonimo il 25/06/2010 21:14
    La quotidianità uccide l'emozione ma guardando il bicchiere mezzo pieno bisogna augurarsi di non piangerla in qualche ospedale come purtroppo capita a tanti. Spero che questo ti porti conforto nei momenti in cui la noia ti leva la voglia di vivere. La poesia, nel complesso,è molto bella.
  • Anna G. Mormina il 25/06/2010 21:12
    "... almeno fino al giorno in cui, si presenterà, senza avvertire, qualcosa che non si può comprendere,...",... un giorno diverso... ma fino ad allora...!!!... che bella, bravo Luigi!
  • Anonimo il 25/06/2010 17:06
    Bella e racconta ed è prosa di una vita che ad un tratto diventa illogica

    Bravo

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