Un candido velo d'organza
scivola leggero come onda
lungo le linee del mio corpo,
carezzevole forte emozione
delle nostre dita intrecciate
incastonate in una promessa d'amore.
Un amore grande
che fa venire i brividi,
che lacrima gli occhi
nella lucentezza senza pari
di sole e stelle,
inquisito dalla viltà
di gente che non sa amare
ma vuole per sè l'amore.
Occhi languidi puntati su me
tra le rose di quel giardino
chiamato gioventù,
una rosa tra le rose dicevi
accarezzandomi le labbra,
un momento eterno che ancor ricordo
dietro l'appannare dei miei occhi commossi
dai gesti impacciati e vergini.
Eri tu il mio fuoco,
la fiamma che ardeva di passione
nei giorni freddi della vita,
quando le spine
delle stesse mie rose pungevano...
sempre tu a curarmi le ferite
ad asciugare il mio sudore
nell'urlo disperato dell'immane rabbia
che toglieva il respiro.
Tu tra le braccia
a respirare la mia felicità
nei vagiti di nuovi giorni
che salutano i vecchi lasciati alle spalle
in un incongruente verità.
Ci trova abbracciati la vita
in un'abbagliante luce
che spumeggia energia
nei nostri cuori ancora innamorati
che eludono domande mai fatte.
Gli occhi del destino puntati su noi
in un gongolare d'immagini
riflesse e mai dimenticate,
in un copione da film muto...
noi attori protagonisti
gridiamo il nostro amore.