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Mes enfants

I piedini sono scalzi nel fango
tra pozzanghere di respiri invisibili.
Le notti di primavera sono gelide
e la landa giardino di boccioli opachi.
Il mio bimbo ha fame, mi abbraccia, mi stringe
... poi chiude gli occhi sulle gambe calde.
L'acqua è torbida tra le case di burro,
lontano, fuori da Phnom Penh.
La pentola è vuota, attendo il miraggio, mi chino
... asciugo le guance umide e lo accarezzo.
Si disperdono le piccole, grandi anime
consumate, disprezzate, vendute per le strade.
Il pancino brontola, lo stringo a me
... vorrei spegnere il risveglio amaro.
Torna la sete del padrone estinto,
l'ombra pungente delle cicatrici
e una canzone rivoluzionaria per gli innocenti.
Domani la Cambogia svezzerà gli eletti,
domani le madri non smetteranno di piangere dentro
... non smetteranno di piangere fuori.

 

l'autore Mariacarmela Ribecco ha riportato queste note sull'opera

Opera dedicata alle famiglie cambogiane allontanate da Phnom Penh da un governo corrotto che permette ai costruttori di edificare costringendo la popolazione a vivere in periferia


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3 commenti:

  • Anonimo il 18/04/2011 19:52
    Malinconica e stupenda
  • Elisabetta Fabrini il 21/07/2010 10:42
    Triste.. ma bellissima!
    brava
  • Anonimo il 21/07/2010 07:50
    Bellissima

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