L'estate bruciava
il respiro del vento,
impigliata la luna tra i rami
del faggio ce la porgeva,
come anello.
Complice il canto dei girasoli,
assetati di sole,
nel campo riarso
dal fuoco dell'estate
e dentro le crepe della terra,
il mistero di una notte,
cantata dai grilli.
La città persa
con le sue luci lontano,
ci spiava, la spiavamo
nella complicità di un abbraccio
lieve carezza,
nel palmo caldo della notte,
nel sudore della sua anima.
Le nostre strade
si erano per un attimo intrecciate,
ritrovate e già perse
e come un nastro avvolgevano
le nostre vite
dentro il sospiro del destino,
nel battito del suo cuore,
nel pulsare di un' incontenibile voglia.
Le creature della notte
ci osservavano complici,
con gli occhi del buio
a catturare una favola,
come rumore lieve e sommesso,
il suo passo.
Mi stringevi e,
della notte,
non avevo più paura.