A grandi passi l'estate sta avanzando
poi, si ferma per una sosta
come un bambino che fa le bizze
il tempo, piange,
ma lei tornerà, lo riprenderà per mano
e continueranno il percorso,
verso la fine.
E poi torni tu, estate da un passato
mai assopito, mai dimenticato,
come le note di quella canzone,
come il sapore del ghiacciolo che bollente
si scioglieva,
le strade vuote, le voci, le sere,
le mani intrecciate, il sapore di quel bacio,
la solitudine di pomeriggi assolati,
a risolvere quel rebus,
ad ascoltare l'eco di ricordi andati,
di anziani soli, dimenticati, ad osservar
da lontano quel mare coi pantaloni arrotolati.
Di stelle cadenti,
di notti di zanzare e pannolini,
di canti di grilli e cicale,
di ciabatte e libertà,
di panini, di tuffi, di musica e cene, campeggi,
di sere di ferragosto, stretti dentro un brivido,
dentro i colori di un fuoco che esplode nel cielo,
a rincorrere già il ricordo di un'estate che finisce
lungo le spiagge della vita...
Vorticosamente girano come sequenze,
in un cinema all'aperto si proietta la vita,
riavvolgo il nastro, ripongo la valigia,
come quella chitarra scordata, ed il suo eco.
L'estate è attesa e speranza e quando passa
lascia sempre lo stesso sapore...
Cambiano scenari, ma in fondo sono sempre
le stesse, non cambian colore,
siamo noi che cambiamo
ascoltando l'eco di stagioni nel cuore.