Di Clizia, ninfa
in girasole mutata,
ne segui le orme,
amandoti,
inebriata di te,
seguivo la tua scia,
tu che per me eri sole.
Non esitai ad offrirti
il mio cuore e la mia anima,
in odorosi profumi
di sincerità e purezza,
incensi da bruciare
sull'ara dell'amore.
Illusa,
mi scaldavo al falso tuo tepore,
offuscata da tanto bagliore,
caddi nella stupida trappola,
di chi, amante,
assuefatta
ai comandi del cuore,
non discerne
inganno e tradimento.
Svelatasi tua vera natura,
satiro, imitazione
sbiadita di Febo,
che solo in crudeltà ti eguaglia,
rinasco a nuova vita, a nuova luce,
libera dal sasso della sventurata Eco.
Scema il tuo ricordo
e se tu,
pentito da me farai ritorno,
voglio tu sappia,
che in me,
di Dafne
è maturato il mito.
Ti sfuggirò per sempre,
meglio mutarsi in alloro,
assecondar la dolce morte,
pur di riviver con te
attimi d'amore.