Prendo in mano il pennello della mia fantasia,
schizzando i colori della malinconia,
prestando la vitalità temporanea d'un arcobaleno,
restando spontanea nella mia testa torna il sereno.
Faccio risplendere il bianco del mio sorriso,
scaccio via la rabbia e si rilassa la mimica del viso,
taccio e accendo il rosso delle mie labbra,
piaccio di più, se non sono fitta dal grigio della nebbia.
Disegno il futuro con le matite del presente,
m'impegno nelle mie azioni essere cosciente,
ci guadagno, se l'egoismo viene messo da parte,
sono un ragno che costruisce la sua tana in disparte.
Piango, se non riesco a completare un lavoro,
prego per poter contemplare il divino tesoro,
stringo la mano a chi mi chiede l'aiuto e di me ha bisogno,
rimango a sognare e sogno il mio fantastico sogno.