Cassiopea non aveva stelle
-l'altra notte-
ascoltavo
e il fruscio della polvere di sabbia
si posava lentamente,
sopra l'onda ormai nascosta.
Rincorrevo con lo sguardo
quella spuma che si crea, bianca luce
increspata e arrotolata,
per finire sulle orme cancellate.
Ti ho sentito,
come lacrima che scivola
sulla gota una carezza,
e il tuo sale sulla lingua.
Era pieno il mio silenzio,
di parole rarefatte
dentro gocce di salsedine
-ancora calda-
e il mio passo,
a circumnavigare un pensiero
io, pescatore d'alto mare
in attesa della Luna
per tornare indenne e viva
sulla riva dell'aurora.