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Principe vestito di stracci

È vuota la reggia di cartone
senza l'uomo che è partito per il mondo
relegato a vivere lontano
dai visitatori, che lo chiaman vagabondo.

A cavallo del rombante destriero
vagamente simile ad un carro bestiame
egli vaga in ogni sentiero
di quello che è l'infinito reame.

Si imbarca ospite in una crociera
sale di notte, cliente nella buia stiva
coperto nel freddo da una calda lamiera
in quella barca alla deriva.

Sfiorata la riva da quel grosso barcone,
egli si tuffa nel fiume ghiacciato
per giungere salvo lì dove è arrivato.

Si accascia stanco sul lido deserto
mentre cristalli d'acqua lo hanno incoronato
come re di quel mondo che lo ha rifiutato.

 

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3 commenti:

  • Vji Berenike il 30/08/2010 22:35
    Mi piace pensare che non sia semplicemente il mondo a rifiutare coloro i quali scelgono come stile di vita il vagabondaggio. Credo sia una scelta, magari spesso inconscia, dovuta al fatto che questo mondo non è ospitale per tutti gli animi. Non ci si sente adeguati, predisposti, a certe regole, a certe convenzioni. Così, magari con un naturale senso di rifiuto addosso, ci si incammina su questa strada. "Volere è potere", si dice: in un modo o nell'altro, qualora il mondo dovesse "rifiutarci", tutti potremmo reinserirci. Alcuni però nemmeno ci provano e, sono convinta che se lo fanno è perché credono che sia meglio sentirsi anime libere per il mondo piuttosto che avere una patria.

    la tua poesia è molto bella, ci vuole una sensibilità particolare per cogliere la poesia di certe cose.
    Saluti
  • Enrico Ferrini il 30/08/2010 22:11
    Grazie Giovanna... alcune cose si cantano da sole, cullate nella loro nuda realtà
  • giovanna raisso il 30/08/2010 22:09
    senza reggia.. eppure"re."... dura realtà che diventa poesia...
    bravo