È vuota la reggia di cartone
senza l'uomo che è partito per il mondo
relegato a vivere lontano
dai visitatori, che lo chiaman vagabondo.
A cavallo del rombante destriero
vagamente simile ad un carro bestiame
egli vaga in ogni sentiero
di quello che è l'infinito reame.
Si imbarca ospite in una crociera
sale di notte, cliente nella buia stiva
coperto nel freddo da una calda lamiera
in quella barca alla deriva.
Sfiorata la riva da quel grosso barcone,
egli si tuffa nel fiume ghiacciato
per giungere salvo lì dove è arrivato.
Si accascia stanco sul lido deserto
mentre cristalli d'acqua lo hanno incoronato
come re di quel mondo che lo ha rifiutato.