D'averi ingluvia
ogni qualità spreti che dritta a lor non rechi
come lo zotico contadin
lubrichi il sol che la terra e i frutti maturi
e così della vita il sapor non gusti
e dei suoi color non t'occupi ma,
della cretosa zolla,
fra le mani stretta,
il morboso conto delle polveri intrattiene
l'occhio tuo dannato
che senza riposo la mente illude
credendo pane l'guano
e l'sudor vino.
Lontan da te pollano i fior
e tempellar fai gli uccelli
che niuno appaiar ti si può
se non valsente sia.