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Ode al pipistrello

Ti ho trovato piccolo e inerme, ti credevo morto
ma tu con un ultimo sprazzo di vita hai cercato di voltarti
hai cercato l'ossigeno, mio piccolo e breve amico.
Il sole ti ha ucciso
come un vampiro sei morto
cercando l'ombra che non c'era.
Ti ho visto morire dopo atroci sofferenze
tu principe della notte
le stelle, la luna non ti vedranno mai crescere
gli insetti non ti temeranno
ma un cuore ti ricorda con grande dolore.

Inizialmente la mia paura per il diverso mi ha impedito di soccorrerti
ma poi con coraggio ti ho accarezzato
il tuo cuore al contatto con la vita ha smesso di battere,
ormai stremato.
So che adesso nel buio della morte voli senza timori, in compagnia di altri tuoi simili.

Io mi chiedo
perché nessuno ti ha visto?
la natura ti ha privato della vista, ma sai dove andare
a differenza dell'uomo
che dovrebbe vedere, ma troppe volte senza osservare
vive una vita triste. Buia. Col timore del diverso
con l'arroganza di chi sa tutto, e non vuole ammettere la propria invulnerabilità
mentre tu con grazia maestosa sorvoli le tenebre
e io mi chiedo chi dei due adesso è il più cieco?

 

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3 commenti:

  • Miki Leroy il 06/09/2010 18:58
    Grazie per la critica costruttiva, davvero apprezzata. Lavorerò più Sulla metrica.
    Esperienza molto triste è veder morire un esserino così piccolo nelle proprie mani.
  • vincent corbo il 06/09/2010 16:22
    Questa esperienza è capitata anche a me, non sai che tristezza.
  • giovanni crisostomo il 06/09/2010 16:09
    Il verseggiare è faticoso, con troppo frequenti intermittenze lungo-breve. Però l'argomento del dualismo uomo-pipistrello è veramente originale e meritevole di plauso. Forse era meglio farne un racconto breve. Comunque complimenti.

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