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I ponti della notte
La notte ha aperto i suoi ponti
e l'albero declama i versi
del bimbo randagio
raccolto in una pezza di sangue
mentre il vento solleva la nenia
del lamento che lacrima
e del mormorio sommesso,
quando le finestre si apriranno
gli occhi appena accesi alla luce
si adageranno su una sacca abbandonata
solo un tozzo di pane e un filo di chitarra spezzata,
ponte, richiama i tuoi sospiri
è la voce del cantore solitario
che si curva sulle tue ombre,
passerà anche questa notte
ma il suo sussurro ha lasciato un'eco,
puoi trattenerlo nell'aria
è un ricordo o appena un'illusione.
"Io canto per chi non ha nome
e un cuore appena sussultante,
puoi ascoltare i passi strascicati,
è un bimbo che corre veloce
e spegne l'ultima candela rimasta nella sua tasca,
è una zingara che insegue il carro impazzito,
è un pittore che vede dissolver nell'acqua
i sogni dipinti in un'immagine,
la chitarra ha un suono troppo lieve
e forse non lascia orme
ma pur hai voluto che io fermassi il vento
e tracciassi una canzone,
il tempo di una breve nota
e poi sarò già lontano,
sai, raccolgo lo sguardo
di chi pianta rose domani appassite
e di chi nasconde il volto nella fredda caverna
quando la luce del sole
traccia segni troppo pesanti sulla pelle fragile,
ricordo bene il suo sorriso
e la voce un attimo di sogno
presto volato...
"Sono qui per te
e tu canterai la mia illusione,
i miei capelli son come l'oro
ma le mani vi han sempre posto
steppe bruciacchiate,
il mio nome è solo il silenzio
e le gambe si adagiano leggere sul fiume,
vivo nel ricordo del suo passo
la baracca raccoglieva i gemiti
e la serra la sua terra,
non aveva bastoni arrossati di sangue
ma solo due rose variopinte
me le pose sulle labbra
e soffiò una canzone,
vorrei proprio venire con te
ma il richiamo si spense sulla gola,
mi adagiò lentamente sull'erba
e la sua mano non bruciò la mia pelle.
- Posso accarezzare il tuo volto- mi disse
- e baciare la tua bocca
perché il sorriso non è spento
al fiore che pongo sui nostri corpi.-
Io profondamente l'amai
come l'abbia incontrato non rammento,
sai, evito il giorno
e mi dà proprio fastidio il bagliore
e la monotonia del vivere a catena,
ma lui raccolse il pianto della zingara
e rinfrescò la mia arsura,
non l'ho più rivisto da allora
e vago tremante perché mi trovi,
dove sia andato è difficile saperlo
il carro l'han trovato in pezzi
dicono che i suoi fiori siano appassiti
e che il cuore non abbia retto,
a me non rimane che piegarmi nella fredda caverna,
ma la tua chitarra può riprendere il mio sospiro
e quell'attimo d'amore,
i miei occhi son proprio stanchi."
"I passi hanno ripreso lenti
e le note si sono stampate,
ponte dei richiami
raccogli la mia voce."
Il vento inizia a soffiare
e l'albero a muovere le sue fronde,
i passi del cantore si perdon lontani
e la chitarra è solo una flebile voce,
la notte ha chiuso i suoi ponti.
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l'autore Aedo ha riportato queste note sull'opera
Ho voluto riproporre questa poesia nella versione integrale. Immagino che di notte vengano calati dei ponti, in modo che i derelitti, i delusi possano fermarsi e raccontare la loro storia al Cantore..
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0 recensioni:
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laila il 03/03/2013 21:28
È il percorso di coloro che nella vita non hanno voce nel coro della societa', umili ed invisibili. Bravo Aedo molto delicata e umana. Laila
- Un cantore fantastico che trattiene sospiri, preghiere e malinconia di esseri sofferenti o emarginati, e li trasforma in eterna armonia, omaggio al creato... perchè chi soffre sappia di non essere più solo. Un'opera magnifica e toccante. solo applausi!
Anonimo il 24/09/2011 11:33
L'ho letta e riletta...è valsa la pena leggere questo capolavoro... sia per la profondità e per il contenuto. I tuoi versi emozionano.
Anonimo il 13/04/2011 14:53
Ignazio non ho parole... un ciclo completo di vita... scritto con umiltà, che da voce a tanta gente senza volto, senza identità... E tu intonato cantore di mille storie ci hai resi partecipi di questo coro... anche io, come Bruno, mi alzo in piedi ed applaudo con ammirazione e stima
- Una lirica che hai fatto bene a porcela in versione integrale perché la storia che ne emerge se non è raccontata in tutta la sua pienezza rischia di perderne gli aspetti basilari e su tutto le emozioni, che nella poesia sono fiori dal profumo inebriante e i suoi colori determinanti ne fanno un quadro completo da te così bene dipinto... Bellissima e bravissimo! Hai tutta la mia ammirazione.
Anna
- Mi alzo in piedi, e applaudo.
Anonimo il 04/11/2010 23:04
Veramente bella... scritta benissimooo!!! La notte culla di tante anime perse... ma non per questo meno luminose!!!
- "... ricordo bene il suo sorriso...,... difficile dimenticare un sorriso...
Ignazio, splendida questa tua... un abbraccio!
- Fantastica, calare i ponti di notte per dar voce agli emarginati, bellissime immagini... complimenti sei un vero faro in questo sito! a rileggerti... ciao Ignazio
Anonimo il 12/10/2010 18:51
Se i ponti potessero parlare, ne avrebbero tante di storie da raccontare, ciao
- bellissima è un vero piacere leggerti
bravooooo
- strepitosa, dopo tanti commenti e complimenti, posso solo dire bravo-maestro
Anonimo il 04/10/2010 21:05
Un capolavoro... strabiliante veramente. Complimenti sinceri.
- .. mi ero persa questo capolavoro!!!!!
che dire Ignis... i miserabili, gli ultimi... i primi!!!!!!!
un grazie a quel cantore che ci ha narrato le loro storie...
- Una voce seria, pensata, p-o-e-t-i-c-a, che si incontra con vero piacere nel brusio, nella confusione e nelle curiose manifestazioni umane che ho riscontrato qui e che mi fanno nascere perplessità, visto che sono entrata da poco e in punta di piedi. Ti leggerò ancora. Anche le zingare piangono...
Anonimo il 23/09/2010 07:32
Quante emozioni trasmetti in questa tua poesia.
- Anche con gli ultimi versi avresti di sicuro trasmesso tanta emozione. Complimenti
- Si, hai perfettamente ragione.
Mi hai regalato emozioni a non finire.
Anonimo il 18/09/2010 23:37
stile impeccabile carissimo amico..
ti dico solo che l'emozione provata e' tanta..
raccolgo le tue voci..
Aurora
- Grazie, amici, dei vostri bellissimi commenti. Ho voluto proporre questa poesia di qualche tempo fa, soprattutto perché apre un ciclo di 10 poesie intitolato appunto: "I ponti della notte". Centrale risulta la figura del poeta: Il cantore solitario. Egli si ferma nel suggestivo ambiente notturno ad ascoltare le storie, i suoni di chi si ferma un attimo accanto a lui e a riprodurli in note melanconiche e dolci. È come se, tramite le lenti melodie, si voglia trattenere qualcosa che spira nell'aria, l'anelito di andare al di là della realtà amorfa e di realizzare desideri e sogni. Le figure che si alternano narrano di amori infranti, dei loro fuochi spenti dal bagliore del giorno e dai "signori del niente". Gli esseri che si avviano lungo i "ponti della notte" in fondo sono delle persone derelitte, sconfitte, emarginate da tutto e da tutti, che hanno, però, saputo vivere e soffrire in modo vero. Un altro personaggio fondamentale è "la Zingara": essa in fondo rappresenta la pienezza della libertà e dei sogni variopinti. Tale ciclo ha rappresentato un periodo importante della mia vita e per questo l'ho voluto condividere con voi. Un caro saluto
- Non ho parole.. Ignis,
Ben scritta!!!
Complimenti!!!
Anonimo il 18/09/2010 06:23
Ed ecco il messaggio di solidarietà, di eroismo, per affrontare con lucidità la realtà, la coscienza del vero. Un appello alla fraternità, rivolto a tutti gli esseri umani che vivono nel disagio. Il poeta chiude l'opera con il ritorno all'immagine della realtà, intesa come simbolo dell'unico atteggiamento possibile per l'uomo nel ricorrente ciclo della vita materiale: la rassegnazione al dolore, la coscienza dell'umiltà , l'accettazione del nulla. M'inchino di fronte a tale opera.
- Capolavoro in versi, la tua poesia, mette quasi i brividi dall'emozione. Davvero bella sia nella forma che nello stile, complimenti!
- Molto piaciuta ed apprezzata, sia nella forma, che nello stile. Insomma una Poesia con la P maiuscola, che in questo sito fanno splendere tutte le stelle del firmamento.
- Quando leggo Ignis Ignis mi sento una nullità e gli sono grato per tutti i suoi inimitabili lavori.
- Felice di rileggerti!!
fantastica questa tua opera!!! Mi fa venire in mente i clandestini di Notredame de Paris!! La zingara, il pittore, la chitarra, rose variopinte... e' tutto perfetto!!
- Dolcissima melanconia di note sussurrate, la notte chiude i ponti ma restano i tuoi bellissimi versi che accolgono i più sfortunati donando carezze di paole.
Un abbraccio.
- molto melanconica mi ricorda la canzone, canto della melato, piaciuta molto
- È ritornato il cantore con la zingara.
Poesia molto bella Ignazio, ricca di emozioni...
Bacioni...
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