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L'estremo

Piace sfidare l'estremo,
afferrare lembi sfuggenti,
lanciarsi in prove d'audacia,
vegliare la notte
fin quando può l'occhio,
premere con punta di dito
su esili tele di ragno
per capire fin dove
resistono;
emoziona scrutare l'acqua
che sempre soverchia un po'
l'orlo del bicchiere
senza traboccare:
sospesi su quegli attimi,
ci lasciamo sorprendere
dall'infinito.

 

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4 commenti:

  • Ugo Mastrogiovanni il 17/09/2010 18:38
    Credo che il Cortese, buon conoscitore del latino, in questo caso per "estremo" intenda: un attimo fuori dal mondo; "fuori o più fuori di tutti", da EXTREMUS. L'audacia, la notte, la trama di una tela di ragno, immagini forti molto appropriate per una poesia, anche perché sanno di poesia e anche perché ci affascinano e sfidano; ma, nello stesso tempo, fanno parte del lato misterioso della nostra esistenza che non sa fare a meno di scoprirvi l'nfinito.
  • Anonimo il 17/09/2010 10:42
    Sono proprio gli attimi semplici a darci la linfa vitale... scrutare, osservare l'estremo. Molto bella...
  • Anonimo il 16/09/2010 20:08
    cinque stelline. una poesia che mi è piaciuta molto-
  • loretta margherita citarei il 16/09/2010 16:33
    l'ebrezza dell'estremo, piaciuta molto

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