Scarico tensioni attaccata ad un filo di versi.
Filigrane invisibili sotto questa mia pelle.
Scorgo. Guardo. Nutro. Disseto con il vuoto il lamento.
Linee sottili si muovono storte su questo ripiano di attimi e giorni.
Ammanettate speranze si muovono leste dentro carezze scartate.
Vaghi i miei dubbi e le mie incertezze che vanno su in alto e poi giù negli inferi di un terremoto passato che ancora trema.
Psichedeliche luci a contrastare il mio buio e mani più esperte che mi frugano dentro.
Marcio sul tempo come farebbe un soldato.
Scavalco i nemici e raggiungo l'alta scogliera.
Ammiro paesaggi e annuso il tuo mare.
Trasporto la rabbia ma dovrei donare pace.
In bilico ancora rasento il tuo corpo.
Sa di speranze, sa di coraggio.
Ho sognato ancora di te e la tua bocca.
Come il fumo mi uccidevi lento ma inebriavi ogni mio senso.