Mi sforzo
trattengo il respiro
m'irrigidisco tutta
mi contraggo
mi isolo
mi nego
mi ripiego.
E Finalmente mi fermo!
In fuga mi sono fermata
ho vinto il vizio del mondo:
sono
assente, illibata.
Mentre scorrono
sotto i miei piedi
implacabili vite
e rotazioni terrestri,
il sole
albe e crepuscoli
lucenti zenit
e lune
e stellate
e polveri
e nitezze
candori
odori
dolori,
io mi sono sollevata
solo un palmo
dalla terra cattiva,
insoddisfatta
della mia stasi,
pur sempre relativa,
anelo a quella assoluta
e fortemente
attiro ogni forza:
insieme le bilancio
con cura pignola
per ottenere l'inerzia.
Fasciami
Immoto Caos
nella tua primitiva cura.
È lì, la mia
stabile culla
basta solo
un'assoluta frenata
aggrappata al nulla.