A baciarti
nodo di carne puro
appoggiata allo specchio
ad aprire quel guscio molle
chiudere gli occhi nella tua saliva
per rinascere in te
nelle boccate del tempo
in quel velo torbido che ci separa dal mondo
a culminarci il cuore.
Quando ti tocco nel buio
come una ladra
quando ti succhio come un balsamo
in un annientamento allettante
accendendomi di vita.
E mi nascondo
in quell’abuso di noi stessi
imbevuto di silenzio
noi
invasori e braccati
disarmati e osceni
nello scompenso di questi attimi
uno strappo di pianto
nuda d’amore.