Assomigliavi
ad una caramella
succhiata
riavvolta poi
nella carta stagnola.
Mesta,
raccolta in te stessa
sceglievi
l'ultimo tavolo del bar,
per renderti
invisibile agli altri,
ma eri bella,
maledettamente bella
con i tuoi
occhi azzurri
che riflettevano il mare.
Provai a parlarti,
a dirti
che non valeva la pena
soffrire per lui,
che la vita sarebbe tornata
con nuovi colori,
ma tu mi allontanasti
garbatamente
dicendomi che volevi
riflettere da sola.
Poi, sei del tutto
sparita,
tranne apparire
di nuovo
su due righe
del giornale locale:
trovata morta in casa,
si è suicidata,
causa del decesso,
un forte esaurimento nervoso...
Ed io
a soffocare
un urlo di dolore,
nel rimorso di non
averti più cercato,
di non averti più aiutato...
maledico con il cuore
tutti quegli uomini schifosi,
quei luridi serpenti
che s'insinuano nella vita
di una donna,
per ucciderne l'anima il cuore.
Un fiore per te, mia dolce amica,
dormi in pace,
non piangerai più
nessun uomo più,
ti farà del male.
Dormi in pace,
dolce bambina,
fra le braccia di Gesù...