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Poesia della politica, o del qualunque

Nella noosfera ho scelto
di vivere la mia guerra progressista
quella quotidiana
che è sempre l'ultima
ma mai la più importante
che è quella che si farà
per disingannarmi forse
o per raccogliere tutte le obiezioni
che costituzionalmente sono
l'universo della verità.
Ma non lascerò disatteso
il ragionamento politico
con le sue bubbole identitarie
le circonvoluzioni crostoste
libertarie e progressiste
in ammollo nei partiti liquidi
ribollenti dell'assenza di novità.
Di selvaggio non restano
che le follie d'amore
di un capo tascabile
nella sua casa di compulsivi bisogni.
Intorno
un'economia controllata
da amministratori e scienziati
in un'onanismo perfetto delle idee
perchè la povertà
da sola
già basta a mantenere
il proletariato ideologicamente inesistente.
E su tutto si dispiega la morale
delle opzioni la mano agnostica
senza puntelli di capi carismatici
nei meno provvidenziali anfratti
allocata
false verita ed incerte certezze
misere epifanie
prodighe carestie
colta ignoranza
reazionario illuminismo
individualismi universali
qualitativo quantitativo
ma il più temerari e ambito luogo
dove folle in fila s'accalcano
sintetico splendore di quest'oggi
ideolettico:
il tempio della sazietà
che solo la fame
mirabilmente sa creare.

 

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1 commenti:

  • Anonimo il 23/11/2010 21:42
    mh... che ci fai qui?
    Bravo!

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