Lo conobbi in un freddo giorno di marzo,
fuori la neve dava il suo ultimo saluto all'inverno,
tutto era imbiancato, ovattando i rumori della città.
Arrivò all'improvviso
mischiandosi alle lacrime,
al sudore di ghiaccio,
rotolando come masso sulla mia pelle
che mai aveva subito tale umiliazione.
Il dolore si presentò,
senza volto nè età,
tra i suoi capelli, nelle mani
che cercavano riparo nelle mie
sul mio petto pressato da una morsa,
in un'istante, come un lampo
mi baciò con le sue labbra d'inchiostro.
Il gelo mi penetrò il cuore
brinando i pensieri,
le parole rimaste ferme in gola
non ebbero sibilo,
solo uno sguardo
un saluto rimasto perso nei suoi
languidi occhi verdi.
Ritorna spesso a trovarmi,
non bussa mai,
si presenta sicuro di sè
alle porte della mi anima,
ne chiudo i margini
lasciandolo fuori,
ne stringo forte i bordi per soffocarlo.
Lo scanso senza pietà,
ma poi riappare riavvolgendomi
in un manto di seta nera.
Lo combatto con lo scudo dell'amore...
lo sento allontarsi con passo da gigante,
so ritornerà...
"ma io non avrò più paura."