Nella meccanica immanente
senza ratio
della civile convivenza
degli impegni a breve scadenza
un mattino mi sentii diverso e
più uguale a me stesso.
Mi avvolse l'angoscia del bimbo
giudeo, scampato tra i morti alla morte.
Non più gli antichi puntelli
scorsi a reggere tesi i lembi
della mia identità.
Non più confini tra menti
e sentimenti, non più
certezze di salde difese
alla purezza del mio talento.
Ma un vortice di venti in riciclo
tra corpi
continua influenza in spirito
e carne
di forze perdute e scoperte.
E sfuma il contorno del volto
e non più ricordo
quel dolce sorriso ritratto
reliquia di un io sepolto
dal tempo.