Nell'ansa del rio Rosata
ad est del sole a nord del mare
nel concavo incontro di spine vallive
tra sorgenti a piè di sassi e salici
cent'anni or sono si pose in vita
un gruppo d'arboreo sostegno.
Uno crebbe in impeto
inclito in forza
tanto che l'edera divenne centenaria.
Le storie di vita intorno
seppero di zappa, di cure e d'abbandono.
Il ritorno dell'uomo lo ritrovò
impero inclinato
sostegno d'alberi e rami
grandezza a volute di volume.
Ai piedi il piccolo ponte
tratteneva le rive quasi a richiamare
instabili sponde.
Si taglia ahimè!
S'apprestano le funi
s'imbriglia il pericolo
si prefigura la caduta
di una dinamica morte.
Si pensa alla scena
di tiri alla fune
d'esecuzione alla vita...
che muoia, ma piano
in lenta caduta.
Lo guida quel boia che sa quel che fa
Ch'appresta l'intorno
che tira di qua
cha svincola il ramo
che pesa con l'occhio
che sa dove finirà.
La prigione di funi
è in tesa e finita
morde il taglio abbaio dell'uomo
s'affondano i denti d'acciaio.
Non suoni, non grida, non parole.
La linfa bagna con sudore di morte
la segatura del legno
Segno d'esecuzione.
Improvviso lo stocco di fibra
avverte la morte imminente.
Il silenzio s'empie di laceranti rumori
Tonfa il peso con stupore sordo.
L'ultimo grido di cent'anni.