Ero un ragazzo appena,
e già l'azzurra volta
calamitava il mio sguardo,
il garrire delle rondini,
erano un richiamo,
e per qualche attimo
non c'erano più compiti,
ma fantastici voli pindarici.
La voce di mia madre,
mi richiamava al dovere,
sul tavolo in cucina
ad aspettarmi c'era pane e nutella,
ma l'azzurro e il rosa,
li avrei ritrovati là, dove li avevo lasciati,
perché si completasse l'avventura
nel punto dove era stata interrotta.
Ancor oggi fisso l'azzurro,
specie quando gli stormi di uccelli,
disegnano con mano leggera,
armoniosi geroglifici, e mia moglie,
un po' per bisogno, un po' per diletto,
reclama che il mio azzurro intenso
si fondi col suo azzurro-cielo.