Ricordi quei giorni,
per le strade
c'inseguivamo,
t'attardavi,
t'attendevo,
con le mie mani calde,
calde erano, allora le mie mani.
Ora
fredde, gelate, morte,
raccapriccianti, contorte;
rami spezzati
dai venti ghermiti
soffocano,
sotto ghiaccio e neve.
Ricordi quei giorni,
ti chiedevo di cantare per me,
la tua voce
rifugio, pace,
coperta adagiata sulle spalle
mi avvolgeva,
lenzuola fresche di bucato,
patria, madre, dimora.
terra dove affondavo le mie radici.
Ora
vago, incespico, barcollo.
Straniero,
menestrello
del mio mondo di sordi.
Lettera sfuggita
Alla mano del Poeta
al margine di un foglio
vuoto.