Fuggire:
assente all'appello del sogno,
e scoprire un mondo,
all'infuori del tuo
è mentire
se non è mio.
Mi sono rotto le ginocchia
nel sincronizzare il passo,
rifugio segreto immediato
dall'occhio saggio del maestro,
meta pericolo...
ho deturpato capigliature,
ho devastato vene,
caduto sempre più in basso,
alla ricerca di lingue vane
che svelassero le paure
immense
del mio essere grande
ed umano.
Una scintilla forse,
ma non sono lanterna
che spoglia corpo in tenebra.
Ho vergogna
e parlo di ciò che già sanno,
loro, i compagni
stretti verso l'abisso,
sempre meno spavaldi,
sempre più codardi.
Qui, dentro, dove
qualcosa si spegne sempre,
si deturpa,
si devasta,
si rompe.