“Ciao, professoressa!”
Una voce infrange
il silenzio in aula
all’inizio del nuovo anno.
È quella di Tharsan.
Il suo volto bruno
spicca sullo sfondo
di recente imbiancato.
Altri visi luminosi
si incrociano e
attendono un sorriso.
Distolgo il mio sguardo
dal registro di classe,
su cui ho apposto
la mia prima firma.
Scambio di saluti,
teneri abbracci,
segni di affetto imperituro.
Di nuovo insieme.
Io, al di qua della cattedra,
col mio bagaglio
di esperienze vissute;
loro, al di là di essa,
con i loro sogni,
le loro speranze,
i loro ideali.
Aquiloni variopinti
che si innalzano
verso il blu del cielo,
ondeggiando dolcemente,
certi di essere retti
da mano sicura.