E adesso che fai?
Adesso che sono io
a dirigere il gioco.
Hai perso.
Lo leggo nel tuo sguardo
che trabocca di bile.
Cosa fai adesso?
È inutile che aggrotti le ciglia
per costringermi all'angolo.
Non funziona.
Non funziona più.
Ti toglierai la cintura?
Di' un po', te la toglierai di nuovo
per darmela nella schiena?
O tenterai ancora una volta
di riempirmi di lividi
scaricandoti la coscienza
comprandomi un giocattolo nuovo
quando tornerai sobrio?
Hai ragione sai!? Ero colpevole.
Colpevole di cavalcare
il mio cavallo a dondolo.
E giustamente mi punisti
spaccandomi il naso
perché cigolava.
Colpevole di aver rotto un vaso
con una pallonata.
E giustamente mi punisti
rompendomi le costole
con un pugno.
Punizioni esemplari
come quando
mi tagliasti i capelli a zero
per mostrarmi agli altri
come vergogna scarlatta.
La vergogna eri tu
ma solo io lo capivo.
E chi capiva taceva
rendendosi complice
del tuo essere aberrante.
Adesso tocca a te tacere
mentre esco dal tunnel della paura
e ti volto le spalle per sempre.