Il cespuglio giallo è sempre là
è esploso di una primavera di luci
e colori.
Si è vestito il prato di bianche
margherite, si lasciano baciare
dal sole come un padre, vicine
con le gote arrossate come bambine,
gli steli esili cercano la terra,
nessuna mano li dovrà strappare.
Anche la rosa, donna voluttuosa
profuma la pelle di velluto,
si sta preparando per l'appuntamento,
non ha fretta si farà aspettare
come sempre sa, che quel sole che
la vuole possedere, poi la farà
anche morire.
I pioppi lunghi si danno la mano,
si lasciano scompigliare i rami
che presto si riempiranno di estati
e canti di cicale,
hanno invidiato i cipressi guardiani
di un inverno con il cappotto scuro di nidi,
ora i cipressi invideranno loro.
Si tinge di voli e profumi il cielo
che attraversano l'anima.
Solo la tua finestra rimane chiusa.
Scalcio ricordi fra le foglie
secche e bagnate di un inverno
che non se ne vuole andare,
un merlo triste intona un canto,
sono le note acute
di un rimpianto
cerca qualcosa tra l'erba che
non sa capire,
di un'altra stagione
che andrà a morire.