Il ventre della violenza
tana d’una placenta senza colore
partorisce gemelli senza fine.
Forme contorte letali unicamente
dissemina e non brucia e tace:
capovolge nel niente della pace.
L’illusione forse, giova nell’attesa.
Quell’anima protesa,
oltre al nome
non ha più ritegno.
Tra le rovine luccicano cristalli
frustrati nel non poter sgozzare ancora.
Nessuno, per questo, all’alba di domani
verrà nudo e percosso a reclamare.