Un eroe dei tempi antichi
incede con passo lento e misurato
verso di me,
mentre tiene in mano
la testa mozzata dell'orrida Medusa.
Cammino da sonnambulo per Firenze,
città di bellezza malinconica,
di arte e sangue,
di profughi e santi,
di papi ed eretici,
e l'eroe biblico è in procinto
di frantumare il mio cranio
con la sua bellezza e la sua fionda.
Una morte di bianco marmo
mi accarezza con la sua delicata mano
mentre sono in preda a mistiche convulsioni.