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L'ubriaco e il lampione

De bon vino
na bottiglia dopo l'artra
avidamente
er Ninetto
scolata s'era.
De qua e de là
barcollando
ad un lampione
s'appiccicò.
- A impastrato,
e levete,
fa passà
er Ninetto,
detto anche er Fighetto,
de li romani
so' er mejo
e me so fatto
du' pagliette.
Er lampione
con profondo disprezzo
lo guardò,
e 'na grinza
nun fece;
e Ninetto
se accovacciò
e lì ad Orfeo
se affidò.

 

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5 commenti:

  • laura marchetti il 28/04/2011 20:59
    simpaticissima e con la solita impronta che non ha eguali
  • Giacomo Scimonelli il 28/04/2011 18:52
    molto bella Poeta..
  • Anonimo il 28/04/2011 17:28
    Morpheo... Orfeo sona la lira... Morpheo te dondola in du suonn'. Molto bella, bravo
  • Anonimo il 28/04/2011 09:33
    Sono affascinato dalle tue poesie in dialetto, hanno grande espressività, per quanto riguarda il tema si sa:
    L'acqua arrovina li ponti, er vino arrovina la testa
  • Vincenzo Capitanucci il 28/04/2011 09:13
    Addormentarsi sotto un lampione che non cede il passo...

    Bellissima Don... ed er Ninetto detto il Fighetto... sognò di essersi ubriacato di luce... bevendo le vigne dei sette colli e li castelli romani... eh ao.. la porchetta donde sta?

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