Abbandonata su di una sedia
sul terrazzo della mia esistenza
in un meriggio d'estate,
il caldo avanza,
tutta la pelle trasuda calore.
Si ode in lontananza
il frinire delle cicale
sugli alberi d'ulivo in cui sono immersa.
Un caldo vento accarezza le mie membra,
una fila di formiche rosse
trasporta qualche granello di pane
nel proprio rifugio.
La salsedine,
la sento sulle mie carnose labbra,
un mare paradisiaco all'orizzonte,
piatto come tavola,
nessuna onda interrompe
la sua calma apparente,
una barca a vela passa indisturbata.
Un gabbiano si poggia
su di uno scoglio
per un breve istante.
Svolazza sulla distesa infinita d'acqua
si tuffa per accaparrarsi un pesce
luccica in superficie.