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Quindici piccoli eterni cristalli fluenti in ventidue gocce d'acqua
In un giorno
molto freddo di un febbraio
ormai lontano
ero febbricitante
non ricordo neanche più l'anno
vivevo
nell'eco stanziale della mia voce solitaria
un usignolo sbarazzino cantava
intonando i motivi della mia infanzia
quasi a prendermi in giro
"Alouette, gentille alouette
alouette je te plumerai la tête
et
22 kilomètres à pied ça use ça use
22 kilomètres à pied ça use les souliers "
per distrarre
il Tempo
da me
che si occupi di qualcun Altro dicevo fra me e me
diverso da me
cosa misticamente impossibile
non volendo rimanere calvo spiumato e senza scarpe
sfogliavo
con un interesse
di foglio in foglio crescente
un libro
di passione eccitante
lì Ti ho incontrata
in un fior di segnalibro
eri
il magico fiordaliso
del più grande immenso sogno d'anima mai visto
d'un poetico sognante
celato nell'ultima profumata pagina di una raccolta di poesie d'Amore
segnante
l'Amore della mia vita
in un foglio lasciato appositamente in bianco dall'Editore
della collana misteriosa ed intrigante
"Quindici piccoli eterni cristalli fluenti in ventidue gocce d'acqua"
uno spazio vuoto d'Autore
riservato al miracoloso cuore degli innamorati
per essere riempito
dall'inchiostro affusolato
delle nostre dita
congiunte
intinte nel calamaio simpatico di un luminoso sole volante
donante ai nostri corpi
in eterno saggio omaggio
il piumaggio del nostro rilucente mese di maggio
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