Vieni, tesoro
a mostrarmi compiaciuta
i disegni che lasciasti cesellare
alla matita furtiva ma amorevole della notte
sulla tua pelle dal profumo sioux.
Vieni, mostrami
la danza irregolare delle stelle
mentre giocano a corteggiare l'urano
per conquistare
l'angolo più recondito del suo corpo
in cui siano libere di sfavillare.
Nacqui dal grembo della maledizione
di non riuscire a raggiungerti
non sono che un albero
che aspira a volare
tenuto in ostaggio da perfide, gelose radici
sangue incapace di ribellarsi
alle sbarre inferocite delle sue vene.
Solo amandoti
senza afferrarti mi salverò.