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Il lavoro che nobilita

solo un attimo fa era silenzio
poi improvviso esplode
come l'urlo lacerante di una sirena
che nasce dal nulla
la fatica ed il dolore
sono semplicemente il tentativo di bilanciare
tutte le ferite dell'incomprensione
dei giorni delle lacrime
quando non capivi la cattiveria
il sapore delle parole così troppo in contraddizione con i gesti
e bere o fare tutto il conoscibile per dimenticare
fuggire lontano per non sentire ancora il grido di dolore
che strazia la carne e l'anima
raccontarti che sarà sufficiente quel che ti proponi
che sarà un arrivo con gloria
ma non basta
oppure pregare
cercando di sentirti piccolo di fronte all'infinito
ma ancora non basta
i buoni propositi non riescono più a calmare il furore
che imporpora il tuo cielo
adesso si fa davvero dura
adesso ci siamo
buon lavoro
e buon divertimento.

 

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4 commenti:

  • Raffaele Arena il 16/08/2011 22:36
    Siamo sempre rimasti ai tempi degli schiavi. L'uomo-scimmia vecchio cattivo elimina la scimmia più giovane con i più meschini intrighi. E adesso siamo ancora vivi e continuiamo ad andare avanti, anche in un altro mondo
  • silvia leuzzi il 24/07/2011 23:19
    Viene quasi l'affanno nel leggere questi tuoi versi, sembra si animino conducendoti dentro la sensazione che tutti quelli che lavorano almeno una volta hanno provato. Hai sapientemente descritto quella voglia di fuggire dall'evento tragico del quotidiano, utilizzando tanto la ragione quanto la religione senza nessun successo, l'attesa si colora di emozioni e sembra di sentire i passi del poeta che quasi d'un tratto si accorge di essere nel suo dramma, sbattuto in faccia come una porta sospinta da un forte vento. Allora sfodera la sua arma l'ironia e affronta la vita. Bella
  • cristiano comelli il 16/07/2011 17:09
    Buon inquadramento poetico degli istanti che precedono l'"esplosione" del lavoro, vi si legge il tema di quell'appassionato e al contempo lacerante prepararsi all'atto del lavorare. Che comunque resta sempre fattore di crescita per l'uomo che cerca sempre più se stesso per sempre più donarsi al suo prossimo.
  • Ada Piras il 16/07/2011 16:08
    Allora buon lavoro!

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